E liberami dalla gente. Amen by Antonio Schiena

E liberami dalla gente. Amen by Antonio Schiena

autore:Antonio Schiena [Schiena, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Watson Edizioni
pubblicato: 2016-01-06T23:00:00+00:00


OGNI MEZZ’ORA.

Un’attesa davvero stimolante

Essere puntuali è una condanna inflitta a chi ha la sfacciataggine di rispettare gli orari.

Stefano Benni scrive che “La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate”. Eppure, nonostante tutto, il ritardo è considerato socialmente accettabile.

Un amore non finisce perché il partner è un ritardatario. Non distruggi un’amicizia per un ritardo. Non esiste un girone dei ritardatari all’Inferno. Il che è un grave errore.

Andrea è la penitenza che è toccata a me. Lo conosco non ricordo nemmeno più da quanto tempo, eppure non ricordo una volta che sia riuscito ad arrivare puntuale, nonostante negli anni io abbia provato ad affinare l’organizzazione degli incontri con lui.

Ci stavo pensando, seduto su una panchina, mentre lo stavo appunto aspettando. Ci saremmo dovuti vedere alle quattro di pomeriggio. Erano le quattro e cinque e ovviamente ancora non c’era traccia di lui. Generalmente, quando dovevamo vederci in gruppo, gli davamo l’orario dell’incontro anticipato di almeno mezz’ora, ma quando dovevo essere solo io ad aspettarlo continuavo a illudermi che avrebbe rispettato la mia puntualità, eppure ogni volta mi dava l’occasione di ricordare quanto fosse stronzo. Perché sprecare il proprio tempo è lecito, ma sperare quello degli altri è da stronzi.

Stavolta però non gli avrei dato più di mezz’ora. Se non si fosse presentato entro le quattro e mezza, me ne sarei andato.

Guardai l’orologio. Mancava ancora qualche secondo alle quattro e dieci.

Stare su quella panchina, in attesa, solo, mi dava la sensazione di star lì a farmi un esame di coscienza. In effetti, ripensandoci, in tutti questi tempi morti ho imparato a conoscere bene me stesso. Non che ne avessi voglia, quindi non avevo niente per cui ringraziare Andrea.

«La puntualità è la virtù degli annoiati» mi disse un giorno, dopo essersi fatto aspettare per quasi due ore. In quell’occasione ho capito che quando morirà non piangerò.

Intanto presi il cellulare e aprii l’app di Facebook. Un po’ per ammazzare il tempo, un po’ per capire cosa stesse facendo Andrea. L’ultimo post pubblicato era di dieci minuti prima, quindi quando doveva essere già arrivato all’appuntamento. Era un autoscatto in casa. Sì, non solo non era arrivato ma ancora non era uscito di casa. Tolsi il cellulare e lo rimisi in tasca. Forse aveva scattato prima la foto e la aveva pubblicata mentre era in metropolitana, provai a giustificarlo, ma nel frattempo pensavo a un modo per fargliela pagare.

L’indifferenza è l’arma migliore, ma un calcio in culo dà più soddisfazione. O una mattonata sui piedi. Qualcuno diceva che l’attesa del piacere è essa stessa piacere, dimenticandosi di aggiungere che l’attesa di una rottura di cazzo è essa stessa una rottura di cazzo. E in quell’attesa pensavo a cosa dire ad Andrea una volta che fosse arrivato. Anche se, forse sarò all’antica, sono convinto che una testata sui denti valga più di mille parole.

Guardai l’orologio. Le quattro e un quarto.

Sto arrivando era solito scrivermi tramite messaggi, anche quando poi si presentava dopo ore. Gli avevo vietato di farlo. Gli avevo vietato un po’ di cose a dire il vero, perché quando mi innervosisco divento insostenibile.



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